DREAM
Alessandro Sciarroni
Dalle ore 17.00 alle 22.00
Il pubblico può arrivare alla performance quando preferisce e assistervi per il tempo che desidera. È possibile entrare e uscire dalla sala liberamente. La capienza è limitata: potrebbe essere necessario attendere prima di poter entrare nella sala
Muovendosi tra musica, danza e teatro, sei performer e un pianista mettono in scena una durational performance, un’azione senza inizio né fine, rappresentando un’umanità vista da vicino. Alessandro Sciarroni –Leone d'Oro alla Biennale di Venezia e artista associato di Triennale Milano Teatro – pone sempre al centro della propria pratica la ripetizione e la resistenza come elementi in grado di disvelare le ossessioni e le fragilità dell’atto performativo. Questo nuovo lavoro dell’artista invita lo spettatore ad attraversare un mistero, ad abitare insieme ai performer uno spazio-tempo sospeso, per la durata che desidera.
I performer organizzano il proprio campo sensibile e tattile in relazione allo sguardo di chi li osserva, muovendosi come corpi sonnambuli, opere in carne e ossa.
La prima scintilla intuitiva del progetto è un testo inizialmente concepito da Alessandro Sciarroni come script per una messinscena teatrale. Lo scritto ha successivamente preso la forma di un romanzo e oggi rappresenta una delle ramificazioni di DREAM.
Alessandro Sciarroni è un artista italiano il cui lavoro oltrepassa le tradizionali definizioni di genere: partendo da un’impostazione concettuale di matrice duchampiana fa ricorso a un impianto teatrale e utilizza alcune pratiche della danza e di altre discipline come il circo e lo sport. Le sue creazioni sono state presentate in festival di danza e teatro contemporanei, musei e gallerie d’arte, in Europa, America, Medio Oriente e Asia. Oltre ad avergli dedicato una monografica, nel 2019 la Biennale di Venezia gli assegna il Leone d’Oro alla carriera per la danza. Tra i riconoscimenti più recenti: Premio Europa Realtà Teatrali, Hystrio Award e Premio Coreografo Elettronico. I lavori di Alessandro Sciarroni tentano di disvelare – attraverso la ripetizione di una pratica fino ai limiti della resistenza fisica degli interpreti – le ossessioni, le paure e la fragilità dell’atto performativo.