Yasmeen Lari, Aerial Drone View of Zero Carbon Cultural Centre Makli, Courtesy of Heritage Foundation of Pakistan

L'architettura come riparazione radicale: Yasmeen Lari

26 settembre 2023

La regione dell’Himalaya è unica al mondo. Con le sue mitologiche catene montuose e le immense distese di ghiaccio nelle aree dove si incrociano le civiltà e le nazioni più popolose del pianeta, questo Terzo Polo si estende attraverso India, Afghanistan, Pakistan e Cina e dalle sue risorse idriche dipendono oltre un miliardo di persone. Eppure, la faglia tra la placca tettonica eurasiatica e quella indiana, che ha generato imponenti montagne e dato vita a storie romantiche per intere generazioni, è anche la causa di alcuni tra i più drammatici disastri naturali: inondazioni, siccità, terremoti devastanti. Queste catastrofi e le conseguenti crisi umanitarie che colpiscono le popolazioni più vulnerabili del mondo sono al centro del lavoro dell’architetta, storica e filantropa pakistana Yasmeen Lari, personalità straordinaria dell’architettura contemporanea.

OctaGreen Shelter Mirpurkhas, courtesy of Heritage Foundation of Pakistan

Nella conferenza organizzata il 28 settembre 2023 da The World Around e dalla Fondation Cartier pour l’art contemporain in collaborazione con Triennale Milano, Lari terrà una lectio magistralis sul concetto di “riparazione radicale” (Radical Repair). L’evento nasce per stimolare il dibattito e il confronto tra professionisti internazionali che hanno incentrato la propria carriera sull’utilizzo del design per migliorare radicalmente standard abitativi e condizioni di vita.

In un’epoca in cui l’architettura è spesso complice della formazione e del mantenimento di disuguaglianze sociali e sperequazioni ecologiche, architetti come Lari assumono un ruolo fondamentale di direzione e di guida. Quali soluzioni possono progettare oggi i designer, che non implichino costi, tecnologie e tenore di carbonio elevati? Secondo Lari, che proprio quest’anno ha ricevuto la Medaglia d’oro reale RIBA 2023 per l’architettura, ce ne sarebbero moltissime.

Lari era conosciuta nel proprio Paese come un’architetta di fama internazionale e il suo nome era legato principalmente a monumenti, grattacieli di uffici, ville lussuose in vetro e cemento. Quando però, nel 2005, un terremoto ha devastato il Kashmir modificando irreversibilmente il volto della regione e causando oltre 86.000 morti e quasi 3 milioni e mezzo di sfollati, Lari ha cominciato a ridefinire il proprio approccio all’architettura e a utilizzare in modo nuovo le competenze maturate.

OctaGreen Structure Residential Cottages, courtesy of Heritage Foundation of Pakistan

Dopo il terremoto, l’architetta ha raggiunto il Kashmir per aiutare gli sfollati a riparare e a ricostruire le case con fango, pietre, legno e detriti. Da allora ha proseguito il suo lavoro, occupandosi di formare volontari per la ricostruzione nelle diverse comunità; insegnando alle donne il restauro artigianale; sperimentando materiali e tecniche di costruzione a basso costo, e a emissioni e scarto zero; responsabilizzando e spingendo non solo architetti e designer, ma anche imprenditori, a collaborare e a sostenere le proprie comunità.

La prima e principale strategia di Lari e del suo team è “l’umanitarismo umanitario”, un metodo per insegnare alle persone a costruirsi e a fare ogni cosa in maniera completamente autosufficiente, per poi trasmettere agli altri le proprie competenze in cambio di un piccolo compenso. Il suo motto è “zero emissioni, zero rifiuti, zero benefattori, zero povertà”. In un’ottica di emergenza climatica, gran parte della formazione consiste, infatti, nella preparazione alle catastrofi: costruire una stufa che utilizzi energia pulita e sicura per poter cucinare anche in caso di alluvioni; coltivare e conservare cibo e acqua in modo sicuro; progettare e realizzare servizi igienici; ricavare un rifugio di emergenza. Il sistema prevede che coloro che insegnano, il più delle volte donne, ricevano un compenso modesto. In questo modo le lezioni sono accessibili a tutti e gli insegnanti possono condividere le proprie conoscenze, affrancandosi al tempo stesso da una forma capitalistica di filantropia, grazie a una certa prosperità finanziaria inclusa nel programma.

OctaGreen Shelter Mirpurkhas, courtesy of Heritage Foundation of Pakistan

Parlando con Alice Rawsthorn nel podcast Design Emergency, Lari ha dichiarato: “Solo lo scorso anno, in Pakistan ci sono stati circa 33 milioni di sfollati e ciò significa che oggi qualcosa come 3 milioni di famiglie sono senza alloggio e cibo, letteralmente senza nulla. Questa è la tragedia di Paesi come il nostro, Stati di confine, quindi i più esposti. Prima di riuscire a riportare le persone a un livello di vita accettabile, arriva un altro disastro. E così, praticamente ogni anno ci si ritrova a dover affrontare un terremoto o un’alluvione”.

Pur provenendo dall’edilizia tradizionale, Lari e il suo team non utilizzano acciaio e cemento bensì principalmente bambù perché è alla portata di tutti. A Design Emergency l’architetta ha raccontato la bellezza delle competenze trasferibili che spesso le capita di trovare in figure femminili, quando durante la loro formazione parla dell’utilizzo di materiali naturali come fango, terra, calce e bambù.

[Le donne] hanno trascorso tutta la vita a impastare e a fare pane, perciò quando iniziano a lavorare con la terra sono già esperte. E poi decorano i propri lavori con motivi che hanno imparato chissà dove, dalle loro madri forse, e prima di loro dalle nonne. C’è una lunga tradizione di motivi nel mio Paese. Si tratta di dare spazio a coloro che non hanno voce e che poi realizzano queste decorazioni splendide, personalizzano qualsiasi cosa, che si tratti di una stufa, del rendering di una casa o di pompe a mano, anche queste meravigliosamente decorate. Hanno a disposizione molte cose per esprimersi.

Pakistan Chulah, courtesy of Heritage Foundation of Pakistan

In Pakistan l’immediato futuro è fonte di grande ansia. Come per la maggior parte delle popolazioni dell’Himalaya, i pakistani assistono allo scioglimento dei ghiacciai della grande catena, all’aumentare di eventi meteorologici estremi e alle inevitabili catastrofi umanitarie che in rapida successione ne conseguono. In un contesto del genere, la soluzione non può essere persistere con gli errori di una pratica post-coloniale che immette denaro o materiali su base temporanea. La versione di Lari della riparazione radicale si basa sulla pazienza e sulla cura, nonché sull’emancipazione che a lungo termine conoscenza ed economia possono generare.

Front View of Zero Carbon Cultural Centre Makli, courtesy of Heritage Foundation of Pakistan

Crediti

Si ringraziano Yasmeen Lari, The World Around, Fondation Cartier pour l’art Contemporain, Triennale Milano e Design Emergency. 

Per conoscere altri professionisti che con il loro lavoro mettono in atto una riparazione radicale attraverso l’architettura e il design, partecipa a In Focus: Radical Repair in Triennale Milano il 28 settembre o segui la diretta streaming.

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