ELASTICOFarm, S-LAB, foto Anna Positano, Gaia Cambiaggi, Studio Campo

Premio italiano di Architettura: tra sperimentazione e dialogo con il contesto

31 luglio 2023

Come promuovere e raccontare la migliore architettura espressa dagli studi italiani, capace di misurarsi con la complessità dei nostri tempi, dare risposte alle questioni del presente e offrire visioni sostenibili per il futuro? 

Giunto alla sua quarta edizione, il Premio italiano di Architettura, promosso da Triennale Milano in collaborazione con MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, raccoglie e premia i progetti più interessanti per attenzione all’innovazione, alla qualità e al ruolo sociale dell’architettura. I riconoscimenti assegnati sono destinati al miglior edificio o intervento realizzato negli ultimi tre anni da un progettista o uno studio italiano o con base in Italia, al miglior progettista under 35, e alla carriera. Un quadro significativo di quanto viene progettato nel nostro Paese o a partire da esso, che si conclude con una mostra dedicata ai progetti vincitori e ai finalisti e che si svolge ad anni alterni a Roma e a Milano.

Installation view, foto Gianluca Di Ioia
Installation view, foto Gianluca Di Ioia
Installation view, foto Gianluca Di Ioia
Installation view, foto Gianluca Di Ioia
Installation view, foto Gianluca Di Ioia
Installation view, foto Gianluca Di Ioia
Installation view, foto Gianluca Di Ioia
Installation view, foto Gianluca Di Ioia

Quest’anno è la volta di Milano, dove lo scorso 13 luglio si è svolta in Triennale la cerimonia di premiazione per l’anno 2023. Il Comitato d'Onore e la Giuria internazionale hanno deliberato i vincitori a partire da una shortlist di dieci progetti finalisti individuati su trenta candidature proposte dal gruppo di esperti nominati da Triennale e MAXXI; per il Premio under 35 la Giuria ha individuato cinque progetti finalisti su diciassette candidature; per il Premio alla carriera l’assegnazione è stata affidata direttamente alla Giuria. Se quest’ultimo riconoscimento è stato assegnato a un Maestro dell’architettura italiana come Aimaro Isola, che ha saputo tracciare una via al progetto fatta di dialogo tra modernità e tradizione, naturale e artificiale, territorio e paesaggio, una linea ideale di analogia e richiamo con la sua opera sembra aver guidato anche il lavoro di selezione dei progetti vincitori di questa edizione.

Ancora una volta il Premio si è rivelato un’occasione preziosa per riflettere su molteplici temi che sono al centro del dibattito contemporaneo, come il rapporto con il contesto e la storia, la socialità, la produzione, le emergenze, il digitale, restituendo un panorama variegato per forme e scale differenti, ma coerente per capacità di intervenire con responsabilità e qualità adottando soluzioni innovative senza timore di sperimentare. 

Aimaro Isola, foto Tanja Marzi

Uffici giudiziari ad Alba, 1982-87, Archivio Gabetti e Isola

Il Premio per il miglior edificio realizzato negli ultimi tre anni è stato assegnato ex-aequo a Carlo Atzeni, Maurizio Manias, Silvia Mocci, Franceschino Serra per il progetto del Complesso parrocchiale e chiesa di Santa Chiara (Sini, Oristano, 2021) e a ELASTICOFarm per il progetto per il nuovo complesso dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) S-LAB (Torino, 2020). Il nuovo Complesso parrocchiale con la chiesa di Santa Chiara a Sini, nell’entroterra sardo, riscrive con rigore formale e consapevolezza contestuale una porzione di tessuto del centro storico, riprendendo le trame e i modelli della tradizione per un rinnovato senso di comunità. Una composizione essenziale e una sintesi materica costituiscono elementi di continuità, pur non applicando nessuna mimesi ma dichiarando il nuovo innesto. Un’architettura contemporanea con i caratteri della koiné mediterranea, come ben evidenziato nella motivazione espressa dalla Giuria, capace di ricucire una serie di elementi spaziali, espressivi e relazionali del tessuto esistente. 

Atzeni, Manias, Mocci, Serra, chiesa Santa Chiara a Sini, Stefano Ferrando - Studio Vetro Blu

Atzeni, Manias, Mocci, Serra, chiesa Santa Chiara a Sini, Stefano Ferrando - Studio Vetro Blu

Il nuovo complesso dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) a Torino si misura con il tema dello spazio nell’ambito della produzione industriale – la sede torinese ospita infatti la realizzazione di macchinari avanzati e strumentazioni di precisione – e lo fa andando oltre l’immagine tipica del capannone, grazie all’utilizzo di una scomposizione dei volumi con pannelli di tamponamento realizzati in un innovativo cemento armato di diverse colorazioni, capaci di variare reagendo alle diverse condizioni ambientali. Spazio di creatività e nuova condivisione espressa anche attraverso una distribuzione planimetrica che individua al suo interno cortili e patii. Il progetto propone una nuova visione della prefabbricazione pesante intesa non più come tecnologia tradizionale per gli edifici produttivi, ma come occasione di sperimentazione a tutto campo nella sua relazione con il contesto, così la Giuria ne ha sottolineato il valore.

ELASTICOFarm, S-LAB, foto Anna Positano, Gaia Cambiaggi, Studio Campo

ELASTICOFarm, S-LAB, foto Anna Positano, Gaia Cambiaggi, Studio Campo

A vincere il Premio under 35 è stato lo Studio Ossidiana per il progetto Art Pavillion M. (Almere, Paesi Bassi, 2022), un museo di Land Art and Multimedia, concepito per le acque di Weerwater come una sequenza di tre anelli, per nuove espressioni di collettività: il porto racchiude con una promenade uno specchio d’acqua, uno spazio complesso per ospitare attività artistiche, di ricerca e di socialità; il palco accoglie performance sull’acqua, concerti o esposizioni all’aperto; l’osservatorio è una struttura leggera in legno e policarbonato riflettente, con una terrazza playground, che contiene le sale espositive. Un unico gesto progettuale sintetico, tra ricerca formale e indagine sensibile sui temi ambientali e di relazione interspecie dell’architettura e del paesaggio, questa in sintesi la ragione che ne ha determinato la scelta.

Studio Ossidiana, Art Pavilion M., foto Riccardo de Vecchi

Studio Ossidiana, Art Pavilion M., foto Riccardo de Vecchi

Una menzione d’onore è stata poi conferita allo studio Labics, per l’intervento di completamento delle aree Museali di Palazzo dei Diamanti (Ferrara, 2022), una serie organica di interventi finalizzati al restauro e alla valorizzazione del complesso cinquecentesco e all’adeguamento degli spazi, sia interni sia esterni, a fini espositivi. Un progetto che supera la logica della pura conservazione e della monumentalizzazione, per una ricucitura critica e formale delle parti, così che si possano integrare nuove attività e aprire sempre di più il Palazzo alla città. “Un esempio virtuoso di intervento architettonico come strumento di rilettura e attualizzazione funzionale e culturale di un edificio storico di enorme valore”, così si sono espressi i giurati mettendo al centro del dibattito il tema fondamentale dell’intervento sul patrimonio storico italiano. Altre due menzioni speciali sono state assegnate a Paraphernalia di (ab)Normal (Triennale Milano, 2020) e a More With Less di orizzontale (riqualificazione urbana per Piazza Santa Maria Paganica, L’Aquila MAXXI L’Aquila, 2021). 

Menzione Miglior Edificio, Labics, Palazzo dei Diamanti, foto Marco Cappelletti

Mezione Under 35, (ab)Normal, Paraphernalia

Una riflessione su come lo spazio digitale informa sempre di più lo spazio reale, ridisegnandone i confini, è al centro di Paraphernalia, installazione mobile e interattiva realizzata per la mostra The State of The Art of Architecture (Triennale Milano, 2020), che propone un agglomerato di tecnologia digitale, un oggetto che racchiude in sé funzioni esplicate altrove, in altre dimensioni. Una infrastruttura ideale multiforme e aggiornabile che, cercando di stabilire un’analogia tra la colonna e l’antenna, come totem contemporaneo, diventa sempre più protagonista di una nuova estetica della città.

Mezione Under 35, orizzontale, More With Less, foto Antonio Di Cecco

More With Less è un progetto di ricerca, teorico e pratico, ideato e sviluppato dall’architetto Giuseppe Grant, membro del collettivo orizzontale, e dagli studenti del corso di Architettura e Composizione Architettonica IV (ACAIV) dell’Università degli Studi dell’Aquila, che hanno progettato una struttura temporanea per la piazza di Santa Maria Paganica all’Aquila. Il dispositivo temporaneo, progettato per accogliere incontro e aggregazione, si propone di innescare processi permanenti di trasformazione e miglioramento della qualità degli spazi, mostrando le opportunità offerte da un progetto condiviso e partecipato dal basso, dinamico e in evoluzione.

Crediti

I progetti dei vincitori e dei finalisti del Premio italiano di Architettura sono riuniti in una mostra in Triennale Milano visitabile fino al 24 settembre 2023.

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