A dicembre scorso, dopo il nuovo stop alla ripresa dello spettacolo Chi ha ucciso mio padre - che aveva debuttato nel febbraio 2020 al Festival Vie di Modena subito prima della chiusura del Paese - abbiamo accolto con piacere la richiesta di Triennale Milano Teatro di raccontare qualcosa del lavoro in versione audio.
Come è nella nostra natura abbiamo cercato di restituire in maniera personale e diretta le atmosfere delle prove, del debutto e di quello che ci sta accadendo in questo difficile periodo per lo spettacolo dal vivo. Dettagli e voci che si intrecciano con alcuni brani del testo dell’autore francese che in questo dialogo per voce sola parla al proprio padre mescolando memoria personale e invettiva politica.
Interpretato da Francesco Alberici, Chi ha ucciso mio padre è un dialogo per voce sola, una lettera al padre in cui un figlio omosessuale consegna il padre, ossessionato dal maschile e dalla consapevolezza di essere a sua volta un emarginato, a una morte prematura – un decesso causato dalle leggi e dalle regole di un potere che ha smesso di guardare in faccia le persone che espelle quando sono di troppo.
Antonio Tagliarini, Francesco Alberici e Daria Deflorian durante le prove di Chi ha ucciso mio padre, tratto dall'omonimo testo di Edouard Louis, ©Elizabeth Carecchio
Daria Deflorian e Antonio Tagliarini
Daria Deflorian e Antonio Tagliarini sono autori, registi e performer. Nel 2008 hanno creato Rewind, omaggio a Cafè Müller di Pina Bausch. Tra il 2010 e il 2011 hanno lavorato al Progetto Reality che ha dato vita all’installazione/performance czeczy/cose (2011) e allo spettacolo Reality (2012), lavoro per il quale Deflorian ha vinto il Premio Ubu 2012 come Miglior Attrice. Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni (2013) ha vinto il Premio Ubu 2014 come Miglior Novità Italiana e il Premio della Critica come Miglior Spettacolo Straniero in Quebec, Canada, 2016. Hanno poi creato due lavori site-specific: Il posto (2014) e Quando non so cosa fare cosa faccio (2015) ispirato al film di Antonio Pietrangeli, Io la conoscevo bene. Per Il cielo non è un fondale (2016) Gianni Staropoli ha vinto il Premio Ubu 2017 per le migliori luci. Nel 2018 hanno debuttato con due progetti attorno al film Deserto Rosso di Michelangelo Antonioni: Scavi e Quasi niente, per il quale Gianni Staropoli ha vinto un altro Ubu per le luci.
Daria Deflorian e Antonio Tagliarini, © Luca Del Pia