Kenya
ujumbe
In un’epoca in cui la parola estinzione suona come destino ineluttabile, un processo del quale possiamo tracciare soltanto l’origine e in cui l’urto è distruttivo, ci si domanda a che punto dovrà arrivare l’uomo prima di agire sulla salute del pianeta.
Un lamento di risposta si leva dai pesci scultorei di Louise Manzon attraverso il suo ultimo progetto ujumbe, “messaggio” in Swahili. Creature dall’aspetto misterioso e vilipeso portano con sé un grido di allarme causato dall’inquinamento da sostanze tossiche che fuoriescono dalle loro ferite.
Il dato sconcertante che porta a galla questioni oggi ancora troppo sconosciute, che minano alla salute delle acque mondiali, è la mancanza di informazioni e monitoraggi scientifici adeguati sull’effetto cocktail delle sostanze chimiche presenti nelle risorse idriche, le cui conseguenze potrebbero risultare distruttive per la biodiversità e provocare un effetto a cascata sull’ecosistema.
Ujumbe è un contributo alla presa di coscienza da parte dell’essere umano che, abituato a osservare il cielo per scrutare le geometrie dei corpi celesti e conoscere il futuro, dovrà volgere lo sguardo alle profondità degli abissi per tentare di modificare un amaro finale altrimenti già scritto.